martedì 25 marzo 2014

La dura Tecnocrazia dell’Euro



Penso che non sia inutile discutere sullo scarso spirito critico presente in tutta Europa e nell’universo mediatico riguardo alla questione delicata dell’unione monetaria, in cui essere contro equivale a essere bollati quasi come retrogradi. Prima, però, voglio sottolineare che concettualmente non sono contrario all’adozione di una moneta unica realmente europea come seconda moneta d'Europa ma non condivido questo tipo di unione economica di stampo prettamente monetario e non politica.
Ci troviamo di fronte a una grave crisi per le democrazie  e ancora pochi  ne parlano apertamente. L’Euro è stato un falso  traguardo economico perchè non condivido affatto il modo in cui è stato concepito: difatti  siamo diventati prigionieri di un inflessibile monetarismo della Banca centrale che ha letteralmente plagiato il potere politico in una direzione antisociale e antidemocratica.
 Sono sempre stato orgoglioso dell’Europa e della sua civiltà millenaria ma questa unione monetaria la trovo molto pericolosa per gli anni a venire. L’Euro è una moneta che  è nata senza una reale sovranità popolare. Anche se i trattati di Maastricht hanno avuto un po' di consenso dai politici eletti democraticamente, rimane in discussione il fatto se sia stata data davvero al popolo la possibilità di esprimersi totalmente e criticamente riguardo all’unione monetaria. Tengo a precisare che in Italia i politici non si sono nemmeno degnati di organizzare un referendum per l’ingresso nella moneta unica, come invece è avvenuto in molti altri paesi d’Europa. Colgo una enorme contraddizione in questa unione monetaria: ogni nazione ha esposto le proprie radici culturali sulle monete dell’Euro per un’Europa votata alla fredda e arida tecnocrazia bancaria che non ha storia, politica, arte e cultura ma la sola e unica meta dell’efficienza economica come traguardo irreversibile dell’economia globale, votata al pensiero unico neoliberista.Il fatto più inquietante e deludente consiste proprio  che questa totale fiducia in una dogmatica tecnocrazia monetarista, profondamente insensibile al mondo sociale e democratico, è stata data anche da  politici di tradizione liberaldemocratica o socialdemocratica che invece dovrebbero garantire un potere prettamente parlamentare, vale a dire totalmente indipendente dalle logiche bancarie. Se proviamo a pensare per un attimo all’ umanesimo socialista del francofortese Erich Fromm (in cui l’economia di mercato si libera dalla “maledizione del profitto” in nome dell’ “Uomo”) si deve riconoscere che gran parte degli attuali parlamentari di sinistra sono davvero poco sensibili agli ideali sociali,democratici e umani visto che hanno appoggiato l’Euro senza alcun riserbo. L’Europa adesso è realmente in mano al gruppo dei freddi e aridi tecnocrati della BCE, diretti verso una inflessibile  “dittatura tecnocratica-monetaria“, “finalmente europea”, dove le banche centrali gestiscono un potere illegittimo dal punto di vista democratico e impopolare dal punto di vista sociale ma sicuramente conveniente per quel globale mercato finanziario senza scrupoli, legato agli interessi esclusivi dei banchieri. 

Il “supremo tecnocrate”, governatore fantasma della Banca Centrale Europea, è diventato una specie di intoccabile “angelo custode” in grado di “proteggere”, a senso unico, la solida economia dell’Euro dal “demone” dell’inflazione senza però tenere conto delle “debolezze” degli Stati colpiti da gravissime stagnazioni economiche. In questo modo, l’ideologia tecnocratica ha provocato un fondamentalismo monetario senza precedenti, più rigido di quello islamico, dove la “santa economia” ha congelato l’inflazione finendo per congelare l’Europa con la deflazione.





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