Il “superuomo” è un’utopia legata all'idea di formare un “condottiero della vita” che si pone oltre il bene e il male. Secondo me quest’idea, alquanto interessante e suggestiva, non è più concepibile per l’epoca in cui viviamo. E’ irrealizzabile coltivare l’idea dell'oltreuomo , ai nostri giorni, dato che la società è talmente amministrata fino ad aver distrutto la sfera del reale e, quindi, anche l’idea di una realtà storica modificabile. Il superuomo, oggigiorno, finirebbe per cadere senz'altro in balia dei media che, probabilmente, ne farebbero uno strumento pubblicitario o meglio un “fenomeno da baraccone”.
Nell'attuale società dello spettacolo, della banalità assoluta dei media e del materialismo radicale, quasi nessuno comprenderebbe la profondità e l’originalità culturale del superuomo e tutto finirebbe col trasformarsi in un’immagine completamente distorta, che a lungo andare finirebbe per stufare o rendersi paradossale. In passato è stato possibile concepire, in linea di massima, il mito del superuomo ma adesso è troppo tardi. Il tempo limite, in base a questo particolare momento in cui stiamo vivendo, è scaduto per lasciare posto a un mondo con tendenze totalitarie, simile a quello orwelliano che soffoca tutto e tutti. Un aspetto importante che invece può provocare in futuro il pensiero di Nietzsche è, paradossalmente, la riscoperta di una creativa cristianità, al momento poco valorizzata, che dovrebbe risorgere dalle ceneri di questo sistema massificante e pianificato.Mi spiego meglio.
Gran parte della contestazione nietzschiana è storicamente servita a esprimere la funzione creativa e distruttiva della volontà di potenza e non solo a eleggere un superuomo dionisiaco che all'atto pratico risulta umanamente complesso o tanto meno concretizzabile nella millenaria civiltà cristiana oppure nella moderna struttura sociale, dove nichilismo e mercato sono una cosa sola. Incredibilmente, il cristianesimo è destinato a tornare come guida ma in una veste rinnovata e vitale che nemmeno Nietzsche si sarebbe mai immaginato. Con una maggiore apertura del cristianesimo possiamo finalmente esprimere nuovi valori in un contesto tale da ispirare quell'equilibrio dionisiaco-apollineo tanto caro a Nietzsche. Di conseguenza, il grande filosofo tedesco ha certamente negato radicalmente il cristianesimo ma ha anche, involontariamente, stimolato il cristianesimo verso una forte autocritica. Quando Nietzsche afferma che quello che «si fa per amore, è sempre al di là del bene e del male» finisce inevitabilmente per incoraggiare un atteggiamento evangelico anche se questo può sembrare apparentemente assurdo. Spesso e giustamente si parla del pensiero di Nietzsche in un senso completamente anticristiano, ma se si studia a fondo questo pensatore si finisce per comprendere nel tempo che il suo pensiero,anche se mira proprio alla totale distruzione dei principi cristiani, volge verso un' innovativa reinterpretazione di alcuni importanti valori che possono essere in parte pure evangelici, anche se ciò è difficilmente comprensibile. Non a caso «Girard è un filosofo emblematico: cattolico ma anche nietzschiano, che vede nel filosofo dell’anticristo il più grande teologo dopo San Paolo» (Cristina Ferroni). Si pensi per esempio all'idea di Gianni Vattimo riguardo allo sviluppo di un cristianesimo comprensivo e libertario che tiene conto dell’esperienza del pensiero di Nietzsche. Difatti, Cristina Ferroni scrive che «il cristianesimo di Vattimo, se per molti aspetti si accorda con quello di Girard – al quale in realtà deve molto – è fortemente radicato nel principio dell’amore e della carità contro ogni forma d’autorità. Per il filosofo torinese, l’atto di voler definire una natura umana, di fissare un principio universale che regola l’agire degli uomini è violento e autoritario. Così come lo era stato per Nietzsche e per Heidegger, qualunque fissazione di strutture è per Vattimo un atto di autorità, e quindi sostanzialmente un atto anticristiano».
Come il pensiero umanistico-rinascimentale ha provocato una forte emancipazione nella mentalità cristiana, così deve accadere anche con alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche, per favorire un cristianesimo dinamico, aperto e totalmente attivo nell'amore verso il prossimo. Si tratta di una riscoperta ispirata a quella spontaneità cristiana vissuta con entusiasmo dai primi credenti, priva di fariseismo e sempre pronta a diffondere ovunque amore, libertà e vitalismo. E’ realmente possibile vivere, in base ad alcune idee legate a una particolare e sana influenza nicciana, un cristianesimo rinforzato che vada oltre il nichilismo e che non sia bigotto, capace di sollecitare nell'uomo la potenza spirituale della creatività individuale, senza l'oppressione di censure dogmatiche.
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