di Sandro D. Fossemò
Un demone volteggia in alto,
nell'ululato del vento.
Nel ventre della notte la sua presenza incombe sui tetti,
come lo spettro di una cupa mezzanotte.
Quel grande pipistrello non vive più nel suo castello.
In groppa al cavallo osservo il volo fatale,
che mi rallegra vicino a un borgo medioevale.
In cima alla vetta rocciosa ho un desiderio mimetico,
che mi separa dall'ologramma sintetico.
A quel pipistrello...
io voglio dire:“Mai più cupi acquitrini,
senza i funghi di Yuggoth vicini!”
Quella campana rotta della torre nera è stata amata,
in un passato che riecheggia una magia abbandonata.
Quelle decrepite mura e quel gargoyle sono pura bellezza,
in una voragine di illusioni e di tristezza.
A quel pipistrello...
io voglio dire: “Mai più un'avanzata civiltà,
senza i tesori dell'antichità!”
Le bianche ossa degli scheletri vagano nei teatri,
prigioniere di spettacoli tetri.
Le grigie lapidi attendono i risorti,
con i ghoul e tra monti deserti.
A quel pipistrello...
io voglio dire:“Mai più le foglie dal triste fruscio,
attaccate all'oblio!”
Vivete nella volta notturna,
per non morire nella follia diurna.
Entrate in una cantina,
per gustare il sapore di un rosso vino.
Siate dei pipistrelli,
per sognare Arkham avvolti nel mantello.
Usate un rituale del Necronomicon in segreto,
per evocare Yog-Sothoth con un amuleto.
Vagate sui viali appartati,
per nascondervi nei ruderi diroccati.
A quel pipistrello...
io voglio dire:“Mai più vicino ai lampioni,
con una luce artificiale che mi ustioni!"
Non trovo più ombre per i miei nascondigli,
dove posso usare meglio i miei artigli.
Non suona più l' orchestra tenebrosa della natura,
dove posso ascoltare la sinfonia della paura.
A quel pipistrello...
io voglio dire:“ Mai più isolato nella notte desolata,
senza lo splendore delle stelle incantate!”
Non si hanno più i brividi,
quando i fulmini illuminano le nubi livide.
Non si ha più un'emozione vitale,
quando brilla sul ghiaccio l'aurora boreale.
A quel pipistrello...
io voglio dire:”Volta verso Polaris,
così non saremo più simulati
nel vuoto alieno di mondi programmati.”
Una magica oscurità dissolve un universo paralizzante
Ignote costellazioni compaiono in un cielo affascinante.
Il canto del vento siderale sigilla un sogno ancestrale.
Le meteoriti cadranno di fronte al mio volto
e il degrado sarà sepolto.
I Grandi Antichi insegneranno la libertà nella nuova umanità.
Con i tentacoli passerò dalle pieghe del tempo alle colonne di un tempio,
ma con le fauci farò uno scempio.
A quel pipistrello...
io voglio dire:“Mai più una notte cosmica senza sangue,
dove la mia esistenza langue!”
Poesia gotica
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