di Sandro D. Fossemò
Una mano scheletrica regge una lanterna,
per diffondere un barlume tra le lapidi di notte,
in quel cimitero con il buio della morte.
Sono stanco di camminare con il gelido chiarore notturno.
La pioggia ha un segreto ritmo nel tintinnio,
che risuona sulla strada con una piacevole malinconia.
Non hanno luce quegli spettri...
che vagano in un'oscurità mai vista prima,
dove non brilla più l'anima.
Il sonno eterno ci tiene in una gabbia.
La cosa più triste è che nessuno prova un po' di rabbia.
Se vivessi con gente ricca di bontà del cuore,
allora potrei evitare tanto dolore.
Se rompessi un muro,
allora potrei evitare di tenere duro.
Se avessi una candela per vedere il sorriso di un angelo,
allora in questa cripta potrei evitare il gelo.
Quando un lumino accende una tomba,
si dissolve nel vento la mia ombra.
La fiamma purifica l'aria funebre
e mi brucia dentro,
in quel magico calore che scioglie il tempo.
Poesia gotica
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